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BENVENUTI NEL SITO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SUPERAMENTO DELL'HANDICAP FISH PROVINCIALE DI CATANZARO. GRAZIE PER LA VISITA

manfestazione ricordo Maurizio alcuni interventi

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intervento introduttivo del presidente AID Laface
intervento Giancarlo Rossi  papà di Maurizio
Preghiera del Papà di Maurizio
don Mimmo Battaglia
intervento presidente aid  Laface
saluto in poesia della zia


 intervento introduttivo presidente AID  e Fish provinciale di Catanzaro  Laface
buona sera    …. 
Ringrazio tutti quanti per essere intervenuti    a questo nostro ricordo di Maurizio.
Vedervi qui  così numerosi dimostra una volta di più,  quanto Maurizio fosse amato conosciuto ed importante  per tutti noi.
Ringrazio le autorità presenti  
Ringrazio il presidente della fish regionale Nunzia Coppedè
Ringrazio tutte le associazioni che hanno voluto partecipare, non faccio nomi per non dimenticarne qualcuna, tutte le associazioni  la cui presenza ci è particolarmente gradita perché sono i combattenti di prima linea sempre e comunque.     
Ringrazio le associazioni che con noi Fish provinciale e  Aid, hanno  organizzato l’evento parlo della fish regionale, della comunità progetto sud,    del     tribunale per la difesa dei diritti dei minori
Ringrazio gli istituti comprensivi di  Taverna  per il momento che ci regaleranno nel finale
Ringrazio per la grande collaborazione fornita il papà ed il fratello di Maurizio
Ringrazio il comune di Catanzaro e l’ufficio mobilità in particolare per aver concesso l’uso dei parcheggi  il ceis    per l’uso della sala.
Ringrazio quanti parteciperanno con il loro   al nostro ricordo
Questa nostra manifestazione non vuole esser soltanto il ricordo di un uomo, un uomo vero , che si è impegnato tanto nel sociale e per il sociale che è stato protagonista attivo della società, nonostante tutte le problematiche e le difficoltà.     Il significato che, come organizzatori,  abbiamo voluto dare a questo ricordo, va al di la della  semplice   commemorazione di una persona , di un amico, ma vuole attraverso Maurizio dare,  mostrare,  un esempio di integrazione anzi meglio di inclusione Infatti, i ricordi di  familiari, amici e compagni di avventura, nelle nostre intenzioni  dovranno essere e saranno uno stimolo  ed un esempio per tutte le persone in difficoltà,
Stimolo ad emergere, ad impegnarsi, a  partecipare  
Esempio perché questo era Maurizio , una persona che si impegnava, lottava, partecipava    e a tutto tondo, a trecentosessanta gradi  e che per questo era un uomo libero, un uomo vero.
Nelle nostre intenzioni c’è anche il desiderio di fare di questo ricordo un appuntamento annuale fisso    quest’anno il ricordo della persona attraverso quanti l’hanno conosciuto, dall’anno prossimo    vogliamo    ricordare Maurizio  in un modo che penso avrebbe particolarmente gradito, con un convegno   a tema, in cui si possa  parlare e far parlare di disabilità (ahimè sempre troppo poco se ne parla) ogni anno quindi un tema nuovo  nel vasto mondo della disabilità e dei suoi diritti spesso negati speriamo proprio di concretizzare questo progetto  nel nome di Maurizio.
E adesso, prima di passare la parola al moderatore     e dare veramente inizio al nostro ricordo vi pregherei    raccogliamoci  in un minuto    un breve minuto di silenzio  per rendere il dovuto omaggio a Maurizio  ……………………………….    
grazie a tutti.


intervento  Goancarlo Rossi Papà di Maurizio


Sono il papa di Maurizio e come tale voglio ringraziarvi per essere intervenuti a questa riunione indetta per ricordarlo.
II mio pensiero commosso e riconoscente va alle Autorità che, con la loro presenza, hanno inteso rendergli onore, ai componenti delle varie associazioni che si sono prodigati per l' organizzazione ed il buon esito della manifestazione, ai cittadini qui presenti ed a quelli che non hanno avuto  la possibilità di partecipare, ma che, ancora, incontrandomi, mi fermano per riaffermare la loro simpatia ed il loro affetto per Maurizio che non hanno dimenticato.
Ma, soprattutto, il mio pensiero va alle persone disabili, presenti e non, che più degli altri hanno potuto comprendere la vita ed il sacrificio di Maurizio.
Quelle persone che assieme a lui hanno lavorato, condividendone successi e sconfitte, per l'affermazione di sempre nuovi diritti a favore "dei più deboli".
Ho scritto nel mio testo i più deboli tra virgolette perché questa e la definizione che viene attribuita, nel linguaggio politico e sindacale e nella letteratura suI sociale, ai disabili che, al contrario, come vedremo e come ha testimoniato con la sua vita Maurizio, sono "i p forti".
E' trascorso esattamente un anno dalla mattina in cui nella mia esistenza ed in quella dei miei figli Roberto ed Antonio d'improvviso si e spenta una luce.
Un arresto cardiaco.
"La morte del giusto" disse il mio cardiologo, aggiungendo: "cosi noi  medici la definiamo perche e come addormentarsi dolcemente".
Maurizio e stato "un giusto", ma non solo.
In lui si sommavano tutte Ie beatitudini del Vangelo perche era umile, afflitto, mite, aveva sete di giustizia, era misericordioso, puro di cuore, operatore di pace.
E tutto questa straordinario bagaglio spirituale lo ha messo al servizio del prossimo. Accoglieva chiunque, senza distinzioni di appartenenza sociale o razziale, poveri e ricchi, perche anche i ricchi hanno Ie loro disperazioni.
Non poneva mai troppe domande salvo quelle necessarie per inquadrare una situazione.
Guardava dritto nei cuori cercando di capire Ie tragedie dell' anima, sempre uguali e sempre diverse.

 
Si impegnava mentalmente e praticamente studiando i modi per aiutare ad uscire dai momenti più critici e, se occorreva, mettendo mana anche alle sue modeste risorse. Amava tutti gli uomini del mondo, in ciascuno vedeva un fratello ed era felice, si sentiva realizzato, quando riusciva ad alleviare una pena a qualcuno.
Quando si parla di Maurizio, quasi automaticamente, il suo nome viene associato alla parola "disabilita" e quest' ultima guida il pensiero verso l'idea della sofferenza, della fatica, della rinuncia, degli interventi sanitari e di quant'altro di increscioso si verifica nella vita del disabile stesso e della famiglia che lo accoglie.
La "disabilità" lascia immaginare un'esistenza grigia, triste, ritirata, con pochi e forzati rapporti sociali, senza gioie e soddisfazioni.
Questo e il comune pensare della nostra societa occidentale prevalentemente orientata verso I' apprezzamento della vita materiale.
Una societa incalzata da un turbinoso progresso che crea sempre nuove comodita e motivi di piacere e che, suI piano spirituale, la spinge a rifugiarsi nell'agnosticismo che non pone problemi e non turba Ie coscienze.
Ma Ia disabilita non e questo.
Chi ne ha sperimentato Ie vicende sulla propria pelle o per esseme rimasto vittima o per essersi fatto carico dell' assistenza di un invalido ha potuto constatare che, a fronte delle negativita di cui abbiamo parlato, che certamente ci sono e sono gravi, emergono grandi valori morali che conducono ad una maturazione spirituale altrimenti impossibile.
La famiglia, quando e tale, si compatta, si organizza nell' aiuto reciproco, si impone regole precise di vita, rinunciando ciascuno a qualcosa perche nulla manchi alla parte pili bisognosa.
Riesce a vivere, pur nelle difficolta, sereni momenti di gioia, trova interessi nuovi, si sente .più disponibile perche diventa p consapevole delle difficolta altrui.
Finisce per rappresentare un esempio ed un punto di riferimento, per tanti.
Io, come padre, posso testimoniare che l' esistenza di Maurizio, nelle sue condizioni, e stata un grande arricchimento per noi familiari ed ha dato un senso ed un indirizzo preciso alla nostra vita.
Certo occorre affrontare Ia situazione nel modo giusto, con uno stato d'animo adeguato pensando che non ci troviamo in questa mondo per caso, ma perche un Disegno Superiore lo ha voluto e che la vita non e priva di senso come immaginano i tanti aspiranti alla disperazione, ma costituisce una prova da superare usando quali mezzi la carita e l' amore verso i meno fortunati.
Ho letto una massima bellissima, di cui purtroppo non ricordo l' autore, che esprime questa profonda verita e descrive in modo insuperabile il senso della vita.

 
Questa: "la peggiore disgrazia che possa capitarvi e di non essere utile a nessuno e che la vostra vita non serva a nulla".
Oggi parliamo di Maurizio che inutile non lo e stato certamente, ma non e facile sintetizzare la sua vita in poche parole.
Una vita certo non lunga, appena cinquant' anni ma intensa e complessa caratterizzata da tanti aspetti contrastanti come: la sofferenza inflittagli dalla terribile malattia che lo ha colpito dall'infanzia e la sua incontenibile vitalitil che lo ha indotto in piu occasioni a proclamare: "anche se sono in queste condizioni amo la vita!"
Le delusioni per Ie tante terapie inefficaci e la speranza che lo spingeva sempre a guardare avanti.
I lunghi periodi trascorsi in forzata immobilita e i tanti viaggi felici alIa scoperta del mondo di cui voleva appropriarsi perche diceva che Iddio lo aveva creato anche per lui.
La protezione e l' assistenza delIa famiglia ed il suo senso di autonomia che lo ha condotto ad affrontare tante battaglie da solo.
Maurizio capi ben presto che un disabile, se vuil soppravvivere nella vita sociale, deve imparare a lottare.
Ecco perche ho detto prima che i disabili sono i piu forti.
E' una lotta quotidiana fatta di piccole ma fondamentali conquiste, come il superamento di una scala, l' accesso ad un locale pubblico, il diritto a godere di un divertimento, il diritto di istruirsi frequentando una scuola, di salire su un mezzo pubblico, di vedere il proprio parcheggio riservato, il diritto ad un lavoro e l' elenco potrebbe continuare a lungo.
Cose normali per tutti, ma ogni volta oggetto di conquista per il disabile che non puo arrendersi mai
Poi c' e il rapporto con la gente che, nel migliore dei casi, non sa esprimere che una falsa e umiliante pie, magari dicendo a chi lo accompagna: "poverino, ma perche non lo tieni a casa?"
E' difficile anche rispondere e spiegare perche ti rendi presto conto che chi ti sta di fronte non e certamente una persona cattiva, ma che e priva di sensibilita e completamente al di fuori del problema.
Si sente disturbata e imbarazzata dalla tua presenza che la mette in difficolta.
Gia, la mentali materialistica del nostro tempo di cui ho detto prima con la quale Maurizio si scontrava.
Voglio raccontarvi un episodio emblematico accaduto durante l 'ultimo ricovero ospedaliero delIa mia Maria, al quale non sopravvisse.
Non sto a parlarvi delle condizioni in cui era ridotta nei suoi ultimi giomi, fatto sta che io Ie stavo accanto.

 
Un giomo, per ricaricarmi un po', mi allontanai da lei per andare a prendere un caffe al distributore del reparto.
Al ritomo, dopo pochi minuti, mia moglie mi riferi di aver ascoltato la conversazione delIa degente vicina al suo letto, con persone che erano venute a farle visita.
Disse quell a signora riferendosi a me, ascoltate attentamente: "io quell 'uomo Ii non lo capisco. Perche sta sempre accanto alIa moglie se lei non puo dargli piu niente?"
La battuta non provoco in me, come potreste pensare, una reazione di fastidio o di rabbia, ma provoco invece un sentimento di profonda pietà.
Pensai: povera donna, ha superato gli ottant'anni, e ammalata e forse per lei e vicino il giomo in cui dovra incontrarsi con Dio e ancora non ha capito che c' e un Amore piu grande!
Ma tomiamo a Maurizio che di lui oggi dobbiamo parlare.
Le vicissitudini quotidiane resero ancor piu energico il suo carattere gia forte.
Dopo il compimento degli studi, superati con buon profitto, si dedico, in armonia alIa sua vocazione ed ai suoi ideali umani e cristiani, alle attivita sociali.
La sua aspirazione era quella di aiutare perche Ie esperienze fatte, nonostante la giovane eta, gli avevano gia aperto gli occhi sull' esistenza di una umanita sofferente sparsa ai margini delIa societa opulenta.
Per se non pretendeva nulla.
D'altronde l'assistenza ricevuta dalla famiglia gli ha sempre consentito di organizzare bene la sua attivita quotidiana.
Entro nell' Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili ove, per molti anni, ricopri l'incarico di direttore.
Fu l'occasione per svolgere in modo organico l'attivita delIa tutela dei diritti dei disabili assicurando loro l'informazione, l'indirizzo, l'assistenza legale.
Fece suo il motto di Don Milani: "essere uguali non significa fare tutti le stesse cose e nello stesso modo, ma avere gli stessi diritti e poterli esercitare".
Con questi principi nel cuore partecipo alle azioni di lotta per il riconoscimento di sempre nuovi e giusti diritti lavorando attivamente anche assieme alle altre organizzazioni oggi qui presenti.
Le varie attivita riempivano Ie sue giomate, ma Maurizio voleva fare di p.
Si candido allora alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale delIa città di Catanzaro dell'anno 1985.
Privo delIa necessaria esperienza e preparazione politica non vinse le elezioni, ma ottenne comunque un' apprezzabile affermazione risultando il primo dei non eletti. Ricevette pertando Ie congratulazioni ed il ringraziamento del partito che lo aveva sostenuto.

 
Ma Maurizio, determinato a superare ogno ostacolo, anche in quella occasione non si perse d'animo e non rinuncio.
Nel corso dei cinque anni successivi allargo il giro delle sue conoscenze, intensifico i contatti con Ie associazioni e Ie organizzazioni che lo sostenevano, lavoro sodo per offrire di se un'immagine di serieta e di concretezza e si ricandido, sostenuto dal medesimo partito, alle successive elezioni nel 1990.
Più conosciuto, apprezzato e sostenuto, quella volta le cose andarono diversamente.
II suo viso giovane, schietto e pulito che campeggiava sui manifesti fece presa sull'elettorato e Maurizio venne eletto in un'ondata di simpatia.
Esercito per circa tre anni la carica di consigliere fino a quando, con la nomina di un nuovo Sindaco, essendoci bisogno anche di un rinnovamento generazionale, Maurizio venne proposto per l' entrata in giunta e gli affidarono l' Assessorato ai Servizi Sociali. II mandato purtroppo non duro a lungo perche il contesto politico in cui si trovo ad operare non gli consenti di sviluppare il programma che si era proposto per cui dopo aver resisitito per a1cuni mesi alIa fine decise di rassegnare Ie dimissioni, motivate, come dichiaro nella lettera inviata al Sindaco, "dal rispetto che debbo ai valori che hanno sempre guidato la mia esistenza e che, ben lungi dal rassomigliare a quelli di chi ha trascorso gran parte delIa sua vita nelle grige stanze delle segreterie di partito, mi hanno visto molto pili modestamente vicino alIa gente comune, ai più deboli, e con essi lottare per l'affermazione di quei diritti universali che sono patrimonio del cristianesimo nonche delIa cultura laica".
Questi l'atteggiamento e le parole di Maurizio la cui unica ambizione era quella di servire la gente.
Certamente resto deluso perche aveva messo in cantiere diverse iniziative tra cui "II Progetto Giovani di Catanzaro" al quale teneva in modo particolare senza poteme vedere la realizzazione.
Riprese Ie sue normali attivita fino a quando, per divergenze ideali, usci dall' A.N.M.I.C. e fondo una nuova associazione che chiamo A.I.D. cioe Associazione Integrazione Disabili, di cui assunse la presidenza.
Ma la sua vita non doveva avere mai pace.
Poco dopo nell' aprile del 2002, un disastroso incidente automobilistico lo portò vicino alIa morte.
Supero la crisi, ma perse del tutto la residua autonomia.
Chiunque sarebbe caduto nella disperazione, ma non Maurizio che in quella drammatica vicenda diede una straordinaria prova delIa sua immensa forza morale. Non un lamento, non un attimo di apparente sconforto, non un grido di ribellione contro il destino crudele, ma un costante atteggiamento di cristiana accettazione delIa nuova irrimediabile disgrazia.

 
Certo, dietro la facciata di forza e di dignitosa sopportazione, brucia a un tormento interiore di fronte al quale l'appoggio della famiglia non bastava piu e la stessa fede non riusciva a riempire tutto il vuoto dell' anima.
Fu il momento in cui Maurizio trovo il sostegno dell' Amore.
L' Amore delIa sua meravigliosa ragazza che, pur consapevole delIa vita cui sarebbe andata incontro, gli resto fermamente vicino e non volle assolutamente abbandonarlo. Cosi, lentamente, dopo lunghi mesi di degenza negli ospedali d'Italia e dell'estero, tra terapie ed interventi chirurgici, Maurizio riprese a vivere con un minimo di normalità aiutato, che ormai non riusciva a fare quasi nulla da solo, da un bravissirno giovane che veniva ogni mattina.
Ma neanche allora penso a se stesso.
Volle continuare a dedicarsi ai bisogni del prossimo.
Non aveva quasi niente di suo, ne di proprieta, ne di denaro, aveva soltanto la sua vita tribolata e quella, fino all 'ultimo, novello Cristo, ha offerto per il bene di chi riteneva essere ancora più sfortunato di lui.
Questo il grande insegnamento che ci ha lasciato: rinunciare a se stesso, vivere per gli altri, dare l' esempio con il proprio dolore, amare tutti senza riserve e senza nulla pretendere in cambio.
Ci ha fatto capire che l' Amore vince sempre e che solo l' Amore e la grande speranza del mondo.
Ora, tutto e finito: la malattia, i sacrifici, Ie rinuncie, Ie ansie, ma anche i tanti momenti lieti ed indimenticabili vissuti con lui: Ie piccole feste in famiglia, Ie gite avventurose alIa ricerca delIa natura più nascosta, i viaggi di piacere per conoscere il
mondo, Ie serate nei locali, Ie escursioni nei boschi che l' incantavano ..... .
Immagini che cominciano a confondersi nella nebbia del passato, ma se mi volgo a guardare indietro, come una stella vedo brill are il suo sorriso, quel sorriso che non si e spento neanche nei momenti più tristi, quel sorriso che e stato pili forte del dolore. Il sorriso, la chiave per risolvere i problemi esistenziali che abbiamo di fronte. Il sorriso, materializzazione dell' Amore che salva il mondo. IL suo sorriso, che mi induce a lanciare questa grido forte verso il Cielo: " grazie
Signore Iddio ........ grazie, di avermi dato Maurizio!


La preghiera del papà Giancarlo


Ti ringrazio di avermi dato Maurizio, Signore.
Figlio e maestro, riflesso della Tua Luce, Signore.
Attraverso il dolore ci ha ìndicato l’essenzialità della vita: l’accettazione piena della Tua volontà, Signore.
li sorriso dietro il quale nascondeva la sofferenza per non imbarazzare chi ricorreva a lui, era il Tuo sorriso, Signore.
Le parole di sostegno e conforto che diceva a chi gli chiedeva aiuto, erano le Tue parole, Signore.
Il coraggio con cui affrontava le avversità, era il Tuo coraggio, Signore. Gli hai chiesto molto, ma gli hai dato tanto, Signore.
Perché,nonostante tutto, amava profondamente la vita e restava incantato dal Tuo Creato, Signore.
Pur sotto il peso della Croce che gli hai postò sulle spalle si fermava a porgere la mano a chi era caduto.
Era la Tua forza Signore.
Una mattina hai inviato gli Angeli a prenderlo. Lo hai voluto con Te, Signore. Ti ringrazio per tutto il tempo che me lo hai lasciato, Signore.
E, pur tra le lacrime, umanamente comprensibili, ti ripeto ancora: grazie di avermi dato Maurizio, Signore.


l'intervento preghiera di don Mimmo Battaglia


Eccomi, Signore, davanti a Te,
con il peso e la fatica dei miei anni. Con tanta stanchezza nelle mie gambe,  con la mia sofferenza, con la mia croce: Come con Gesù, tolto dalla croce, hai deposto anche me sulle ginocchia di Maria. Su queste ginocchia trovo conforto, consolazione, pace. E sento la sua carezza, proprio come le carezze di mio padre negli ultimi giorni. E le tante carezze di mia madre. E, non ultime, quelle di Ornella.
Ora è tutto più chiaro, ora posso comprendere: Tu non ci salvi dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non ci salvi dalla morte, ma nella morte; non ci tiri fuori dalle tempeste, ma ci dai coraggio dentro le tempeste.
Da queste ginocchia, dentro il cuore di Maria, rifugio della vita, allora voglio pregarti: perché da qui è tutto più chiaro. E vedo chiaro che, ai tuoi occhi, il bene pesa più del male, e una spiga di buon grano conta più di tutta la zizzania della terra.
Sento perciò l’infinito bisogno, mio Dio, di dirti: grazie!
Grazie proprio per il peso, per la fatica, per la stanchezza. Oggi ne colgo il senso, perché nella vita tutto ha un senso. Niente è inutile!
Ho visto la vita e la morte. Ho visto amori nascere e speranze morire. Ho raccontato storie e assorbito amarezze. Conosco il sacrificio e il dolore. Ho provato i! gusto salato delle lacrime, ma proprio quelle lacrime hanno dato sapore ai miei giorni. Perché nessuna lacrima andrà mai perduta. Tutto Tu conservi
Si, ora è tutto più chiaro. Grazie, Signore, della vita e dei suoi doni. il dono più grande? La mia famiglia! La tenerezza e la dignità di mia madre, la forza e la delicatezza di mio padre, il coraggio dei miei fratelli. E poi, tanti altri fratelli e sorelle ... amici ed amiche.
E, ognuno di loro, è stato dono tuo per me. A loro devo il senso della mia vita. Per loro ho scelto la condivisione, la solidarietà vera, la giustizia, i diritti, la responsabilità, come orizzonte di valore della mia esistenza. Questa è stata la mia missione.
Qui ho imparato l’amore, la comprensione, l’ascolto; qui ho imparato il perdono. Il senso del sacrificio,la generosità, il valore della dignità. Qui ho imparato l’amicizia, e la fedeltà ad essa, anche quando sono stato abbandonato. Qui ho imparato la fede, e, ancora di più, la speranza.
Ora è ancora tutto più chiaro: i miei fratelli e le mie sorelle mi hanno arricchito, mi hanno salvato, mi hanno amato. Loro magari penseranno che sia stato io ad arricchire loro con la mia presenza, con la mia ingenuità, con il mio immancabile affetto, con il mio sorriso,con il mio darmi da fare . .. ma non è così: sono stati loro, con la loro tenerezza, con il loro cercarmi, con la loro presenza, a rendere la mia vita bella!
Grazie, Signore, per ognuno di loro: ero io ad aver bisogno di loro ed accanto a loro ho imparato la fragilità e la forza della vita. E, nell’amare loro, ho accolto e amato Te.
E, per loro, ti prego: proteggili dal male di vivere, ricuci i lembi delle ferite che possono infliggere o subire, liberali dalla paura. Riempi di speranze il loro cuore, perché nessuna tristezza abbia a far loro del male, e non si stanchino mai di cercarti e in Te scoprano il senso della vita, e nella tua parola la vera vita. Chi ascolta la tua parola passa dalla morte alla vita.
E ti prego ancora per tutti loro, per tutta la gente che ho incontrato  aiutali  ad accarezzare la fragilità della vita, ad amare la vita, vivendola. Con dignità, con coraggio,con pazienza difendendola sempre.
E dona loro l’umiltà di essere attenti sempre, perché nessuno abbia  mai a strumentalizzare la toro fatica, ad usare la sofferenza e il disagio di tanti per i propri tornaconti, e coraggio di camminare insieme e osare insieme.
E semina, in tutti, segni di bontà e di luce, occhi nuovi che sappiano vedere e, soprattutto, ringraziare.
E beati coloro che hanno il coraggio di essere ingenuamente luminosi nello sguardo, nel giudizio, nel sorriso: perché questo è stato il tuo dono per me.
Ora è tutto più chiaro: non è la morte che vince, ma la vita! Gesù è davvero risorto e in Lui risplende la vita. E anche loro possono risorgere, oggi, adesso!  Ogni giorno!
Ti chiedo perdono per le incomprensioni che ci possono essere state; ma so che, anche se il mio cuore dovesse rimproverarmi qualcosa, Tu, Dio, sei più grande del mio cuore e perdoni! Sempre!
Eccomi, Signore, davanti a Te: ti porto il mio mondo, la mia vita, ti porto i miei amici, la gente che ho amato; le persone con le quali, forse, ho sbagliato; ti porto il mio cuore: Tu sai che ho sempre cercato di amare, forse non sempre ci sono riuscito per come Tu volevi, ma ho sempre cercato di farlo desiderando i bene di tutti. e lottando per la dignità, i diritti e la giustizia,
Allora lascia che ancora, da qui, continui a proteggere e ad amare la mia famiglia, a pregare per la mia gente, pregare ed essere, davanti a Te, lampada accesa che brilla per tutti loro. E possa continuare ad illuminarli con il mio sorriso, che in Te, è eterno.
Eccomi, Padre della vita!
Amen

Don Mimmo Battaglia

 L'intervento del presidente AID  e FISH Provinciale di Catanzaro  Laface

Parlare  dopo aver sentito le toccanti parole del Papà Giancarlo e di  quanti mi hanno preceduto, forse serve a poco perchè non potrà che confermare quanto detto ed aggiungere poco altro.
Ho conosciuto Maurizio quando  lavorava all’Anmic dove entravo timidamente, da allora ho collaborato con lui e posso sicuramente affermare che oltre ad arricchirmi come persona, grazie a lui   ho cominciato ad occuparmi in maniera più diretta delle problematiche della e sulla disabilità.
Dopo l’esperienza anmic, conclusasi molto male per noi che ci credevamo e che ci dovevamo scontrare con beghe politiche e di potere,  molte delle persone che  si erano rivolte a noi e che seguivamo, si erano trovate improvvisamente  sbandate  e  senza  più punti di riferimento.
Le persone conoscevano noi,  e soprattutto conoscevano Maurizio, non l’associazione, il rapporto era   personale , conoscevamo tutti  come persone non come caso clinico o percentuale di invalidità e come persone le trattavamo e volevamo continuare a trattarle.
Per questo  nel 2002 con Maurizio come principale artefice, fu fondata l’associazione integrazione disabili, l’aid di cui Maurizio è stato il presidentissimo fino alla sua prematura scomparsa di un anno fa,. Volevamo continuare quei rapporti    instaurati , avremmo voluto e vogliamo ancora dietro gli insegnamenti di Maurizio, tirarle fuori dalle case,  integrarle, anzi meglio includerle il più possibile nella società.
Volevamo continuare a trattare tutti da persone no da malati,  non in modo freddo o impersonale,  ma soprattutto ascoltandole e cercando di aiutarle per quanto era nelle nostre possibilità.
Non ci interessava essere  uno dei tanti patronati che presentavano le stesse pratiche    
 
I diritti dei disabili degli invalidi  come faro e punto di  arrivo, questi diritti, e le persone a cui dovevano essere garantiti,  sono stati il motore per la nascita  della nostra associazione,   sono stati e sono alla base    dell’azione dell’aid.
Da sempre con Maurizio, abbiamo tentato nell’AID di mandare avanti soltanto le pratiche che veramente ritenevamo avessero qualche fondamento,
Non ci interessava e continua  a non interessarci, tutelare falsi invalidi,
volevamo e vogliamo ancora oggi difendere i veri invalidi.
Per questo il dialogo  con gli assistiti è stato sempre importantissimo, spesso anche quando comunicavamo che non c’erano speranze di ottenere benefici, le persone andavano via convinte e più soddisfatte rispetto a quando erano entrate, perchè ne capivano i motivi e si sentivano ascoltate.
Il tutto  sempre su base solamente volontaria.
Purtroppo anche in questa impresa Maurizio fu  perseguitato dalla sfortuna, un incidente stradale,  poco dopo la fondazione dell’aid, infatti lo costrinse lontano per molti mesi, e l’associazione stessa non potè avere quella guida carismatica  quel punto di riferimento che ha rappresentato poi anche dopo il suo rientro  e fino allo scorso anno, e perderla così inaspettatamente non è stato assolutamente facile.
Abbiamo avuto un periodo di sbandamento sia come aid che come fish provinciale, non ci ritrovavamo più. Non sapevamo veramente più cosa fare e come fare.
 Poi però abbiamo deciso di tentare di proseguire anche e soprattutto in nome di Maurizio, glielo dovevamo, non potevamo rendere inutile tutto ciò che aveva seminato, e così ci siamo riuniti, abbiamo eletto nell’aid un nuovo consiglio direttivo  per provare  almeno a continuare l’opera da lui  iniziata    pur con tutte le difficoltà che questo comporta. 
Con Maurizio   oltre che tutto il periodo aid, ho  condiviso poi il periodo fish, sia quello della fish regionale nella quale l’AID è entrata,  che poi di quella provinciale  
Voglio però anche ricordare   il rapporto    al di fuori degli impegni associativi, quelli associativi Maurizio li trattava con il suo carisma e le sue indicazioni erano certamente illuminate e seguite da tutti noi. i momenti al di fuori, invece, erano quelli che mostravano l’uomo Maurizio non il presidente, gli incontri avuti con lui a Sellia Marina, gli incontri per parlare di altro a casa sua nella sua stanza in fondo, quelli   mostravano un’umanità ancora maggiore e veramente mostravano come l’inclusione, sia possibile e fosse quello a cui miravamo veramente.
Maurizio era veramente incluso.
È stato un esempio per tutti noi e continua ad essere un esempio per tutti a prescindere dalla disabilità
Guardando a lui, possiamo tutti dire  c’è veramente una possibilità. E questo non perchè ci verrà regalata o consegnata su di un piatto d’argento,   no, ma  perchè lui è stato ed è esempio di lotta, e di coraggio,
Maurizio con la sua vita e la sua opera  Mostra che non  ci sono limitazioni fisiche che possano limitare  l’esser uomo, l’essere persona l’essere veramente uguale.
Non si è chiuso in casa Maurizio, ha partecipato alla vita è stato presidente e che presidente dell’aid, della fish provinciale e del tribunale per la difesa dei diritti dei minori., si è integrato nel lavoro  nel periodo dell’anmic, è stato portavoce  dei più deboli in politica e nella società mostrandoci il modo di vivere.
Oggi noi vogliamo onorare assieme al suo nome   quello che è stato  ha rappresentato e rappresenta. Per questo gli intitoliamo la sede AID , per averlo ancora presente perchè col suo insegnamento possiamo veramente proseguire il cammino iniziato.
Per questo pur sentendone profondamente la mancanza, lo sentiamo presente in mezzo a noi per questo lo vogliamo non solo ricordare, ma ringraziare per avere vissuto veramente.
 Grazie Maurizio.

Ed ora pregherei i familiari di avvicinarsi e scoprire la targa con la quale da oggi e per sempre intitoliamo la sede AID a Maurizio


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